Cerimonia per i Sostenitori delle Borse di Studio 2024: nei vent’anni di vita dell’UNISG oltre 420 studenti borsisti - UNISG - University of Gastronomic Sciences (2024)

Mercoledì 29 maggio presso l’aula magna si è tenutala cerimonia annuale per i Sostenitori delle Borse di Studio dell’Università di Scienze Gastronomiche.

Accanto al rettoreBartolomeo Biolatti, Daniele Ceratto del team Relazione Esterne UNISG ha presentato i dati relativi all’anno accademico 2023-2024 e successivamente introdotto gli interventi delle relatrici e dei relatori presenti.
“Nei vent’anni di vita dell’UNISG oltre 420 studenti provenienti da 62 paesi differenti hanno beneficiato di Borse di Studio, pari a circa il 10% della popolazione studentesca. Nell’anno accademico 2023-24 gli studenti borsisti provengono da 18 paesi diversi: Brasile, Cile, Cuba, Egitto, Francia, Germania, Ghana, India, Israele, Italia, Lesotho, Messico, Nigeria, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Ucraina, Uganda”.
Dalla sua nascita – nel 2004 – ad oggi l’UNISG ha destinato oltre 13,3 milioni di euro alle borse di studio di cui 35% grazie al contributo di aziende, fondazioni, istituzioni, privati per un totale di oltre 80 sostenitori.
“Oggi abbiamo 42 borsisti iscritti ai corsi di Laurea Triennale, Magistrale e Master: si tratta di 14 borse ad esonero parziale e 28 esonero totale della retta” ha continuato Ceratto “Pollenzo conferma in generale la sua vocazione di ateneo internazionale: al 2004 ad oggi hanno vissuto a Pollenzo 3800 studenti da 100 paesi”.

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Quindi ha preso la parola il rettoreBartolomeo Biolatti, per il saluto istituzionale e portando la sua personale testimonianza relativa ad un giovane borsista albanese suo compagno di studi, che una volta laureato è rientrato in patria dove negli anni ha progressivamente rivestito ruoli apicali a livello politico e amministrativo.

Beatrice Guzzi, alumna UNISG, borsista e ora nel dipartimento di R&D Global Culinary & Food Service Barilla, ha raccontato la sua storia: “Provengo da una formazione alberghiera e sin da ragazzina ho sempre lavorato in questo settore per pagarmi gli studi. Avevo sentito parlare di Slow Food e poi ho incontrato una enologa che mi ha parlato di Pollenzo dicendomi che era una università dove si studiava il cibo a 360 gradi. Continuando a lavorare, leggevo libri di Carlo Petrini e, più leggevo, e più il lavoro pratico non mi bastava. Decisi che volevo entrare all’UNISG, ma nonostante i miei risparmi, l’università per me era costosa. Non potevo permettermela: ho continuato a lavorare, facendo esperienze in ristoranti stellati, sono stata in 7 anni in Belgio e ho lavorato mettendo soldi da parte, per poter pagare una parte della retta, e provvidenziale è stata quindi l’opportunità della borsa di studio. Quindi il mio sogno nel cassetto si è realizzato: perchè i sogni nel cassetto fanno la muffa e non bisogna farli stare al chiuso. L’UNISG è stata fondamentale: mi ha permesso di mettere in pratica le scienze gastronomiche. Oggi lavoro in Barilla come chef gastronomo: cucino ma cerco di integrare le scienze gastronomiche nel nostro dipartimento. Cerchiamo di evitare lo spreco alimentare, cerchiamo di essere innovatori nella creazione di prodotto nuovi. Oltre a Barilla ho fatto altre cose: per la mia tesi di laurea ho studiato come utilizzare la buccia della castagna in preparazioni gastronnomiche e più recentemente ho creato la prima bevanda sodata a base di aceti. Ora ho avviato con Andrea Bezzecchi e Paolo Tucci la società ‘Acetyca’. L’Unisg mi ha permesso di creare numerose connessioni e mi ha dato tante opportunità per le quali sono grata”.

Daniela Rubino e Teresio Nardi di Slow Food Lombardia hanno presentato l’istituzione di una borsa di studio in memoria di Paolo Camozzi. Così hanno motivato questa lodevole e importante iniziativa: “Paolo era una persona buona, competente, culturalmente preparata. Vicino a lui e alla sua giovane famiglia si respirava un’aria pulita. Paolo aveva seminato empatia e felicità. A lui dedichiamo una strofa di una canzone di due grandi artisti brasiliani, Caetano Veloso e Maria Betania, che in italiano si traduce con ‘Andando avanti’. Il testo dice ‘Vado lentamente perché ho avuto fretta, indosso questo sorriso perché ho già pianto troppo’”.

Cecilia Longo, dell’azienda Longo Speciality, ha presentato il “Progetto Alumni”: “ Da oltre sessant’anni Longo Speciality è il punto di riferimento in Italia per i regali enogastronomici di alta qualità. Con passione e competenza, trasmesse generazione in generazione, creiamo progetti di prestigio unici per i vostri momenti aziendali. Il ‘Progetto Compleanni’ insieme abbiamo ideato una confezione che sarà recapitata ai correntisti di una importante banca italiana, coinvolgendo le aziende avviate da tre ex studenti dell’Università, che scommettono sul futuro con coraggio. Questi tre alumni, che abbiamo voluto chiamare ‘Visionari di domani’, hanno dimostrato che l’impegno e la conoscenza possono convergere in progetti imprenditoriali successo. Le loro storie sono esempio ispiratore come l’istruzione e la passione possano culminare imprese innovative”.

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Zeynep Kartal, rappresentante borsisti UNISG, ha ringraziato, come beneficiaria e rappresentante dei borsisti, i sostenitori per quello che fanno: “Questa sera celebriamo la generosità e la visione dei nostri sostenitori, i successi dei nostri studenti, assieme ai 20 anni di eccellenza della nostra università, dove ci viene insegnato ad apprezzare il vero significato culturale del cibo, a comprendere la scienza che vi sta dietro e a promuovere pratiche sostenibili. Questo approccio olistico alla gastronomia è ciò che rende speciale la nostra comunità e ciò che mi rende così orgogliosa di farne parte. Due anni fa sono venuta qui dalla Turchia per inseguire i miei sogni e i miei studi, e pensando un attimo, capisco molto bene quanto è cambiato la mia vita grazie al vostro supporto, permettendomi di imparare in un ambiente straordinario e anche rendere orgogliosi i miei genitori. In questi 20 anni abbiamo ampliato i nostri programmi, stretto collaborazioni internazionali e condotto ricerche che hanno influenzato le politiche alimentari in tutto il mondo. I nostri ex studenti, oggi ricercatori, imprenditori e a loro volta sostenitori, portano avanti ciò che hanno imparato qui, provando a fare la differenza in tutto il mondo. Il mio secondo anno sta per terminare; e in questi due anni grazie ai viaggi didattici ho visto dei posti veramente incredibili, come la Toscana e Campania, e le Filippine e Andalusia, Spagna. Durante ogni viaggio imparo cose nuove sulla gastronomia, le culture, e me stessa. Vorrei esprimere ancora la nostra gratitudine per continuare a credere in noi e nella nostra formazione”.

È seguito l’intervento di Margherita Montanari, dell’azienda Montanari & Gruzza: “Un proverbio attribuito ai Nativi Americani afferma ‘Noi non ereditiamo la Terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli’. Questa frase ci fa pensare all’ambiente, oggi è fondamentale parlare di rispetto dell’ecosistema che occupiamo, che ci ospita e che non ci appartiene. Ma può esserle attribuito anche un significato più ampio e profondo, perché parla di futuro, e fa riferimento al nostro dovere di pensare con lungimiranza e di occuparci di trasferire alle prossime generazioni strumenti per vivere in questo mondo con maggiore consapevolezza. E l’unico modo di acquisire consapevolezza è attraverso la scienza, il sapere. Chi può aver accesso alla formazione, allo studio deve oggi sentirsi ‘privilegiato’, non è scontato, il diritto allo studio dovrebbe essere dato per garantito ma così purtroppo non è.
Chi apprende, chi sa, è libero, ha la possibilità di governare il suo agire, può fare la differenza. Viviamo in un’epoca in cui crediamo di avere un accesso infinito e molto semplice alla conoscenza, ma quello di cui abbiamo bisogno di un sapere solido, approfondito, autentico, non superficiale. Un sapere che si acquisisce appunto grazie allo studio, la perseveranza, la dedizione, la tenacia, ci vuole tempo. Le informazioni oggi ci bersagliano, siamo subissati di concetti, contenuti involucro, di facciata, invece la conoscenza dobbiamo andarla a cercare. Ho ospitato recentemente un gruppo di studenti di Pollenzo. I vostri viaggi di studio sono un’occasione unica, vi permettono di scoprire, vi pongono questioni. Ho ricevuto domande interessanti, ho visto menti che ardevano. Qui mi collego al nostro mondo, quello delle piccole/medie aziende agroalimentari italiane.
Esistiamo da tre generazioni e rappresentiamo una filiera antica, quella del latte in Emilia e del Parmigiano Reggiano, radicata e basata sulla tradizione e sull’artigianalità. Noi vogliamo conservarla, proteggerla. Trasferire questo valore non è possibile, se non attraverso un’adeguata cultura, è dunque anche nel nostro interesse che il processo di trasmissione di contenuti autentici e profondi avvenga efficacemente. Noi imprese abbiamo bisogno di questo tipo di sapere e siamo a maggior ragione chiamate a far sì che questa consapevolezza si diffonda e consolidi. Nel nostro piccolo, stiamo provando a fare la nostra parte. Il diritto allo studio va garantito da parte di chi è preposto ad erogarlo e gestirlo, impresa e istituzioni devono lavorare in sinergia, fianco a fianco e va colto dai potenziali fruitori, che siete voi. È un principio che va promosso da ambo le parti. Come azienda promuoveremo sempre istituzioni come questa, attive nella trasmissione di contenuti profondi e di valore ed è il principio da cui ha preso vita la nostra collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche”.

Maleballo Mokhathi, studentessa e borsista UNISG, ha così esordito: “E’ sia un onore che un privilegio essere davanti a voi stasera. Il mio nome è Maleballo Mokhathi, sono studentessa del primo anno della Triennale e beneficiaria della borsa di studio e vengo dal Lesotho. Sono profondamente grata per il generoso sostegno che voi sostenitori avete dimostrato attraverso questa borsa di studio, le opportunità che offre sono state inestimabili. Prima di intraprendere questo viaggio, ho studiato architettura per due anni a Pechino. Sfortunatamente non ho potuto completare i miei studi a causa della pandemia e, guardando indietro, questa è stata una benedizione (di cui non mi ero accorta). Perché in quello stesso periodo io e la mia famiglia avevamo avviato un’attività alimentare: un ristorante solo d’asporto, in risposta alla chiusura di massa dei ristoranti. Questa impresa ha riacceso il mio amore per la cucina e mi ha fatto capire qual è la mia vera passione. E’ stato necessario smarrire la strada nella scuola di architettura e riflettere profondamente sulle mie decisioni di vita durante il lockdown, per reindirizzarmi al mondo della cucina, non vedo l’ora di vedere i frutti che devo ancora dare dopo questi anni all’UNISG. La decisione di mettere la mia vita in due valigie da 23 kg e girare in tutto il mondo alla ricerca di un’istruzione migliore è stata ancora piuttosto faticosa nonostante lo avessi già fatto e l’Italia, con tutto il suo fascino, mi ha accolto calorosamente. Mi avvicino alla fine del mio primo anno qui in UNISG e posso dire con certezza che questo viaggio è stato un notevole giro sulle montagne russe. Adattarsi a una cultura completamente nuova e imparare a studiare in una lingua straniera è stato impegnativo, ma è stato anche immensamente gratificante. Il primo semestre è stato un po’ frustrante, perché tutto era così nuovo e secondo me cosa che credo di condividere con molti miei compagni di classe, c’è stata un po’ di disorganizzazione dal punto di vista accademico. Tuttavia, il secondo semestre ha portato un rinfrescante senso di speranza e organizzazione, dimostrando che le cose possono migliorare e miglioreranno quando e se la scuola continuerà raccogliere e implementare il feedback che ricevono da noi come studenti. Ciò che ha reso davvero utile questa esperienza è l’incredibile senso di comunità trovato a Pollenzo. All’UNISG ho incontrato persone altrettanto motivate, appassionate ed estremamente intelligenti; individui uniti da un obiettivo comune: rendere il mondo un posto migliore. Il nostro apprendimento si estendeva ben oltre le mura dell’Aula Magna, e la comunità di Pollenzo è una comunità che non vorrei scambiare con qualsiasi cosa.
Detto questo, vi assicuro che il vostro investimento nella mia istruzione e di tutti i miei colleghi di corso porteranno a rendimenti superiori alle tue aspettative. Sono venuta fino a qui come una tela bianca, aperta a qualunque esperienza che questo nuovo mondo avesse da offrire, ma con alcuni limiti, ovviamente. E sono sinceramente entusiasta di vedere l’opera d’arte che nascerà nei prossimi due anni a Pollenzo. In conclusione, grazie di cuore per aver creduto in noi e aver investito nel nostro futuri. La vostra generosità ha reso possibile questo incredibile viaggio e posso garantirvi che tutti i beneficiari della vostra generosità si impegnano a sfruttare al massimo questa opportunità. Non vedo l’ora di continuare questa avventura e di avere un impatto significativo nella mia comunità e non solo”.

Quindi ha preso la parola Paola Sartorio, direttrice The U.S.- Italy Fulbright Commission: “Il progetto Fulbright nasce negli Stati Uniti nel 1948 e si pone l’obiettivo di sostenere gli studi di studentesse e studenti americani nel mondo. Quando nel 2009 per la prima volta abbiamo proposto tra i percorsi di studio la possibilità di accedere al Master in World Food Studies, non vi nego che avevamo dei dubbi rispetto al successo che avrebbe riscosso in un contesto come quello statunitense. A distanza di 15 anni, vi dico con grande piacere che è uno dei corsi per cui riceviamo più richieste di adesione”.
La Dott.ssa Sartorio ha poi continuato presentando alcune storie di successo di Alumni che si sono particolarmente distinti nel loro percorso professionale.

E poco dopo Damien Casten della Casten Family Foundation: “Ci siamo sempre sentiti vicini alla filosofia di UNISG ed ai valori che essa porta avanti, quando anni addietro io e la mia famiglia ci siamo imbattuti, quasi per caso, in Slow Food abbiamo capito che la missione che si poneva era di strategica importanza per tutti. Crediamo molto nel valore dell’istruzione e siamo felici di poter contribuire nel sostenere il percorso di giovani studentesse e studenti che aderiscono al programma Fulbright”.

Infine, Alice Tondella, consigliera di amministrazione dell’UNISG, ringraziando gli interventi di tutte le persone presenti, ha affermato: “Voglio allacciarmi a questi interventi per mettere in evidenza un elemento a noi molto caro a Pollenzo ossia il concetto di: comunità, rete, relazioni. La Longo specialty con il Progetto Compleanni ha toccato il tema dell’incontro tra relazioni, la direttrice Fullbright quello delle relazioni transatlantiche, Slow Food Lombardia ha evocato le relazioni che arrivano degli studenti perché quando passano lasciano qualcosa fertile. Così ha fatto Paolo Camozzi con il tessuto locale per diffondere una viticoltura sana e sostenibile. Poi Beatrice Guzzi ha evocato il cibo come relazione, come veicolo per parlare di qualcos’altro. E infine le borsiste Kartal e Mokhathi hanno messo in evidenza la bellezza della comunità di Pollenzo tanto nelle loro parole ma anche con i cori da stadio che hanno accompagnato i loro interventi. Crescendo ai giovani viene spesso tramandata un’accezione negativa delle relazioni, se sei un raccomandato e hai i giusti agganci, ossia se hai le giuste relazioni allora riuscirai a fare carriera, avere successo. Ecco allora che questa prospettiva secondo me è un po’ sminuente quanto possono essere benefiche le relazioni, anche in contesti formativi e professionali. Ognuno di noi questa sera è seduto in questa stanza perché accomunato da una relazione che vede a Pollenzo il suo cuore pulsante. Voi sostenitori delle borse di studio siete qui perché in un certo momento della vita personale o della vostra azienda ci avete incontrato e avete deciso di sostenere la nostra missione garantendo a studentesse e studenti italiani e internazionali di venire a studiare a Pollenzo. E voi studenti che noi che facciamo parte quotidianamente di questa comunità conosciamo per nome, siamo coinvolti nei vostri trascorsi e a nostra volta vi coinvolgiamo attivamente. Fate tesoro dell’opportunità che vi è stata concessa e tessete quante più relazioni, personali, professionali e formative che potete. Le relazioni, che se vogliamo fare gli aziendalisti e tradurle in cifre equivalgono a 4.5 milioni di euro da aziende, fondazioni, istituzioni e privati, hanno consentito a 420 studenti (oltre il 10% del totale degli alumni) di poter studiare a Pollenzo, di avere accesso a un’istruzione di qualità che è la base per migliorare la vita delle persone e aggiungo, di potersi formare come gastronome e gastronomi che hanno la visione politica e filosofica, così come gli strumenti teorici e pratici per contribuire a realizzare, ciascuno nel proprio ruolo e professione quel tanto urgente e necessario cambiamento degli attuali sistemi alimentari”.

Ha chiuso la giornata il presidente Carlo Petrini, con un intervento foriero di passione e entusiasmo per il grande appuntamento dei festeggiamenti del Ventennale che hanno preso il via la mattina seguente, giovedì 30 maggio.

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